Reattori Nucleari + Acceleratori di Particelle
Il connubio fra questi due oggetti è diventato particolarmente fecondo negli ultimi anni. Infatti l’idea di utilizzare acceleratori di particelle di vario tipo assieme a complessi sottocritici ha dato luogo ad una originale filiera di reattori.
Ma andando con ordine…
Una delle prime idee, in merito al’utilizzo degli acceleratori nel campo dell’ingegneria nucleare, è sorta come possibile soluzione alla problematica dei rifiuti a lunga emivita. L’idea era quella di “bruciare” attinidi e transuranici mediante un flusso elevato di neutroni (e fin qui niente di nuovo: è uno dei possibili usi dei reattori veloci)
utilizzando tuttavia i neutroni veloci prodotti dal processo di “spallazione”: in pratica neutroni risultanti dall’impatto di un fascio di protoni ad alta energia (prodotti da un acceleratore), fatti collidere con un bersaglio di materiale opportuno.
L’idea non è nuova (una delle prime pubblicazioni è dei Laboratori americani a Brookhaven (BNL), nel 1967.
L’idea di bruciare i rifiuti nucleari con questa soluzione continua ad essere studiata ed esistono vari progetti internazionali inerenti questa soluzione:
Piccola polemica: circa vent’anni dopo un famoso scienziato riciclò in modo originale la stessa idea e propose un reattore subcritico, in cui la reazione nucleare era sostenuta da un flusso di neutroni prodotti con lo stesso principio (yeah, il Rubbiatron !).
Il concetto è stato poi sviluppato (si veda ADS: Accelerator Driven-System) ed anzi un primo dimostratore è in corso di sviluppo in Belgio